Qual è il modo migliore per prevenire il burnout o aver cura di me stesso se mi sento già “esaurito”? “Dipende”, risponderebbe Julie Radico, psicologa e professoressa di medicina di comunità alla Pennsylvania State University, “la ricetta che può andar bene per te può rivelarsi inefficace per il tuo collega, tuttavia piccole dosi di cura di sé sono più utili di quanto non si creda”.

All’interno del Comitato consultivo dell’American Psychological Association (APA) sull’assistenza ai colleghi, Julie Radico propone alcuni suggerimenti:


1) Prova con la meditazione


È ormai ampiamente dimostrato che la consapevolezza dei propri stati mentali può proteggere i professionisti sanitari dal rischio burnout (Turgoose e Maddox, 2017). “Non è necessario essere ‘cintura nera’ di meditazione” sostiene Judith Holder, psicologa e professoressa alla Duke University, “prova con dei ‘micro-break’; quando a lavoro passi da un paziente all'altro o da un'attività all’altra, fai 5-10 minuti di pausa, vai altrove con la mente e, semplicemente, inspira ed espira. Se lo fai con regolarità, avrai quell’energia di riserva che ti permetterà di non sentirti svuotato a fine giornata”.

2) Cambia il modo in cui pensi al tuo lavoro


Afferma Patricia Rupert, professoressa alla Loyola University di Chicago: “Gran parte della ricerca sul burnout si concentra sulle richieste lavorative, spesso percepite come estremamente gravose. È importante, tuttavia, esplorare anche le risorse personali, sulle quali esercitiamo maggiore controllo, e che possono aiutarci a far fronte alle richieste esterne”. In un lavoro di revisione della letteratura (Rupert et al., 2015) gli autori descrivono alcune strategie cognitive utili come, ad esempio, soffermarsi mentalmente su esperienze lavorative soddisfacenti (anche brevi momenti gratificanti vanno bene!), “accorgersi” del proprio stato di attivazione fisiologica durante il lavoro (respiro, battito cardiaco, rigidità muscolari, fiacchezza, etc.), acquisire consapevolezza dei propri punti di forza e accettare quelli di debolezza, mantenere una visione in prospettiva della propria identità lavorativa.

3) Fai esercizio fisico


Vari studi (ad es., Bretland e Thorsteinsson, 2015) dimostrano che fare attività sportiva di tipo aerobico è un efficace strumento per la riduzione dei sintomi del burnout. Non procrastinare l’esercizio fisico “a lunedì prossimo”, se ritieni che adesso il tuo carico di stress è elevato, ecco, questo è il momento migliore per fare una semplice passeggiata o anche qualche esercizio di stretching accanto alla scrivania.

4) Cerca supporto


Non solo quello di amici e parenti. Tyson Bailey, psicologo e membro dell’APA, si consulta mensilmente con il suo mentore e i colleghi. In un’intervista ha dichiarato come, grazie ai feedback ricevuti, sia diventato più consapevole riguardo all'andamento nel tempo del suo stato emotivo, e come questo influisse sulla qualità del lavoro coi suoi pazienti. “Mi ha aiutato ad ‘allentare la presa’, sapevo che anche qualcun altro prestava attenzione al mio lavoro, non ero solo e potevo quindi rilassarmi un po’ di più”.

5) Stacca la spina!

Non riuscire a “staccare" dopo l'orario lavorativo è associato al burnout, afferma Sabine Sonnentag, professoressa di psicologia del lavoro all’Univiersità di Mannheim in Germania. Astenersi da pensieri e attività legate al lavoro durante il tempo libero può essere di grande sollievo: “Le persone dovrebbero prendere il tempo libero più seriamente”. Come fare? Comincia col rileggere gli altri punti evidenziati in quest’articolo, e impegnati a partire da quello che “suona meglio” rispetto a te e alla tua esperienza :)



"Non preoccuparti del fatto che il mondo possa finire oggi. In Australia è già domani". Charles M. Shulz


Dott. Francesco Scalici

Dott.ssa Francesca Esposito | https://francescaesposito.org/ 


Bibliografia

APA's Advisory Committee on Colleague Assistance (https://www.apa.org/practice/leadership/colleague-assistance)

Bretland RJ, Thorsteinsson EB. Reducing workplace burnout: the relative benefits of cardiovascular and resistance exercise. PeerJ. 2015;3:e891.

Rupert, P.A., Miller, A.O., Dorociak, K.E., 2015. Preventing burnout: What does the research tell us? Professional Psychology: Research and Practice, 46(3), 168–174.

Sonnentag, S., Fritz, C., 2014. Recovery from job stress: The stressor-detachment model as an integrative framework. Journal of Organizational Behavior 36(S1).

Turgoose, D., Maddox, L., 2017. Predictors of compassion fatigue in mental health professionals: A narrative review. Traumatology, 23(2), 172–185.

Postato Martedì 26 maggio 2020